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Visco: «Dall'evasione mancati introiti per 100 miliardi, 23 recuperati»

di Nicoletta Cottone

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23 ottobre 2007

Relazione al Parlamento del ministro delle Finanze

L'evasione ha ancora dimensioni eclatanti, fino a 4 volte superiori a quelli dei paesi europei più virtuosi. In termini di gettito si tratta di almeno 7 punti percentuali di Pil di mancate entrate, che corrispondono a una perdita di gettito superiore a 100 miliardi di euro. Si perde, dunque, più del 15% delle entrate oggi raccolte. Lo segnala il viceministro Vincenzo Visco nella relazione inviata in Parlamento sui risultati della lotta all'evasione. Dati ancora allarmanti: il valore aggiunto dell'economia sommersa è quasi il 18% del Pil e si stima che l'evasione fiscale sia ancora maggiore, pari al 21% della base imponibile Irap e al 33% della base imponibile Iva.

La lotta all'evasione del Governo sta dando risultati: 23 miliardi di euro di maggiori entrate non pagate recuperate fra il 2006 e il 2007, legate al miglioramento della tax compliance dei cittadini e all'aumento del 20% delle entrate da ruoli e riscossioni.
Sul fronte dell'evasione Irap, in agricoltura si evade circa il 39% del valore aggiunto, nel terziario e nei servizi il 29%, nell'industria il 9 per cento. I valori più elevati si registrano nel settore delle costruzioni e dei servizi immobiliari dove si stima che l'evasione superi il 50 per cento. In base al peso di ciascun settore sull'economia, però, più dell'80% è evaso nel settore dei servizi, in particolare sul fronte dei servizi alle imprese e alle famiglie e del commercio al dettaglio. Minime le differenze fra Nord e Sud.

Sul fronte delle imprese l'evasione coinvolge le grandi e le piccole, anche se appare più diffusa fra le piccole: in termini assoluti, infatti, l'evasione è più forte nelle grandi imprese, ma le piccole e medie occultano al Fisco quasi il 55% in più della base imponibile di quanto facciano le grandi. Il primo segnale del Governo, sottolinea Visco, è stata la fine della stagione dei condoni e delle sanatorie fiscali. Poi una serie di provvedimenti a supporto delle attività di controllo, rafforzando l'effetto deterrenza dell'attività di accertamento. Centrale la riorganizzazione dell'anagrafe tributaria intorno al singolo contribuente e non alle singole imposte, affiancata dalla crescita dei controlli e a nuove strategie d'azione nelle verifiche. Alcune disposizioni sono state mirate a chiudere i margini di manovra degli evasori, a partire da settori ad alta evasione, come quello dei servizi immobiliari.

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